A fine marzo negli Stati Uniti sono state fatte 3,2 milioni di richieste di disoccupazione in una sola settimana
Il record è stato 700.000 nel 1982 e durante la crisi del 2008 non si sono superati a occhio i 600.000. Giusto per dare idea delle proporzioni.
Ora chiaramente il dato, come tutti, andrebbe analizzato con criterio e contestualizzato con l’ambiente economico (per esempio ricordando che il mercato del lavoro USA è un mercato vero a differenza di quello italiano, ovvero la gente può essere licenziata da un giorno a all’altro e per questo viene assunta senza troppi problemi). Ma qui non mi interessa.
Il dato secondo me è un grande indicatore.
Significa che:
la probabilità che vivremo una recessione economica molto forte, se non una vera e propria depressione, per i prossimi 18-24 mesi, sono altissime.
I book maker la danno al 90% (non ho fatto tempo a leggermi abbastanza analisi di outlook mecroeconomico quindi prendi queste info come molto approssimative. Ma tanto sta volta non bisogna certo essere degli economisti o dei geni per immaginare cosa potrebbe succedere)
Questa è l’immagine che ho trovato e che gira sul web.
La riga verticale è il dato dell’ultima (o penultima) settimana.
Vedi il trend degli ultimi oltre 50 anni.
Non so a te ma a me fa venire i brividi.
Quella è tendenzialmente gente licenziata in una settimana.
3 milioni. Che avevano un lavoro e ora non ce l’hanno più.
(e pensando a come sono indebitate le famiglie USA fa venire ancora più i brividi).
Ora, lungi da me essere “pessimista”.
Tutt’altro.
Se i nostri nonni sono sopravvissuti alle guerre mondiali per poi rinascere come non mai, potremo farlo anche noi.
Non è la situazione esterna che determinerà il nostro destino individuale, aziendale e famigliare. Lo condizionerà pesantemente. Ma siamo noi che determiniamo il nostro presente e futuro, pur nella tempesta.
E la tempesta sembra stia arrivando.
Speriamo che tutto si risolva velocemente.
Ma prepariamoci ad una lunga tempesta.
L’altra immagine che mi è piaciuta molto è questa:
Due onde altissime.
Prima l’epidemia in sé.
Poi la recessione.
E la voce che se ci si laverà le mani tutto andrà bene (parte ironica della vignetta).
C’è la bandiera del Canada. Una delle mie preferite perché ci ho vissuto.
Ma potrebbe essere la bandiera di un qualsiasi paese avanzato.
Bene e quindi?
Credo che sia il momento di imparare a surfare.
E’ una battuta. Ma anche una cosa vera.
Se non vogliamo essere travolti dalle onde che stanno arrivando dobbiamo imparare a surfare.
Che fuori dalla metafora significa che
dobbiamo reinventare noi stessi molto velocemente,
prima di essere travolti come professionisti e come azienda da queste onde.
Nessuno ha la soluzione. Perché la verità è che nessun ha la soluzione. E se dice di averla non è vero.
Se qualcuno non ha paura o fa finta, o non sta capendo, o sa chi fregare, o è così benestante ed insensibile che se ne frega.
Però gli strumenti si.
Gli strumenti ci sono.
I singoli mattoncini lego per costruirsi la barca ci sono, sono disponibili.
e gli strumenti ora devono a fare delle cose prioritarie:
Superare la crisi tramite
1 continuità di business
2 gestione finanziaria
3 gestione personale, mentale ed emotiva
prepararsi per il dopo crisi con la
4. revisione del business model
Credo sia il momento di aiutarci per stare a galla.
Forse sarò retorico… ma
insieme possiamo fare una barca con i mattoncini lego
insieme possiamo imparare a surfare meglio