Il finanziamento delle P.M.I. e le difficoltà di accesso al credito

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PMI e accesso al credito

Dall’inizio della crisi le PMI italiane faticano ad ottenere credito bancario: mediamente al 12% delle aziende viene rifiutata la richiesta e ad un altro 15% circa viene concesso un importo minore di quello richiesto. 

CRISI PRIMA DELLA CRISI 

Le PMI italiane erano già prima della crisi fragili finanziariamente. Le aziende non solide finanziariamente hanno subito un razionamento particolarmente elevato.

EFFETTI DELLA CRISI, BASILEA II 

La crisi ha provocato una drastica diminuzione del fatturato, l’allungamento dei tempi di pagamento, una generale tensione di liquidità  e un incremento di necessità di credito per il capitale circolante e gli impegni a breve. Contemporaneamente le banche sono diventate più selettive nella concessione del credito, sia per gli effetti della crisi sia per l’entrata in vigore delle disposizioni di Basilea II che hanno introdotto l’obbligatorietà del rating e di valutazioni strutturate del merito creditizio. Le banche cercano di finanziare investimenti redditizi per aziende solide più che capitale circolante, ma gli investimenti sono drasticamente calati dall’inizio della crisi.

“CIRCOLO VIZIOSO”

I costi per i finanziamenti per le PMI sono saliti a causa dell’incremento di rischio.Gli effetti della crisi e la difficoltà ad accedere al credito purtroppo si auto alimentano in un circuito vizioso, che va a colpire la realtà economica più importante del sistema economico italiano. La domanda e l’offerta di credito sembra non incontrarsi adeguatamente: da un lato le banche hanno difficoltà a trovare aziende finanziariamente solide  e piani potenzialmente redditizi da finanziare, dall’altro le aziende hanno difficoltà a  farsi erogare il credito.

COME USCIRE DALL’IMPASSE?  

Per superare gli ostacoli all’erogazione di credito è necessario uno sforzo sia delle imprese che delle banche, a cominciare dalla comunicazione reciproca. Alle banche sembra essere richiesto un continuo aggiornamento dei sistemi di rating, fornire maggiore supporto alle PMI verso strumenti alternativi al credito, supportare il miglioramento della gestione finanziaria, in particolare con strumenti e competenze di valutazione dei potenziali clienti. Da parte delle imprese sembra sia necessario avere maggiore trasparenza sulla strategia e la gestione, rivedere il numero di rapporti con le banche, curare la gestione finanziaria, corredare le richieste di credito con la documentazione minima (business plan, rendiconto finanziario) ed effettuare una autovalutazione prima dell’apertura dell’istruttoria.  

FONTI DI FINANZIAMENTO ALTERNATIVE ALLE BANCHE 

E’ necessario valutare attentamente soluzioni di finanziamento alternative e complementari all’erogazione del credito “classica”: factoring, Leasing e accesso a fonti di capitali di rischio esterne. In ambito di export ed internazionalizzazione bisogna tenere presente i prodotti bancari di finanziamento specificamente dedicati, meglio descritti nei capitoli successivi.

EXPORT E FINANZIAMENTO

È da notare che l’export può aiutare anche dal lato finanziario: i clienti esteri pagano prima e con meno ritardi. La quota di export incide positivamente sull’erogazione del credito.

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