Ho trovato una nuova interessantissima ricerca su una delle sfide più difficili che l’Italia sta affrontando: quella della disoccupazione giovanile.
ci tengo molto a dare visibilità a quanto emerso e riporto sotto una sintesi della ricerca e link alla ricerca stessa
“I risultati della ricerca “Studio ergo Lavoro. Come facilitare la transizione scuola-lavoro per ridurre in modo strutturale la disoccupazione giovanile in Italia” evidenziano come le cause del problema della disoccupazione giovanile (tra i 15 e i 29 anni) siano solo in parte riconducibili alla recente crisi economica.Al contrario, il fenomeno è radicato nel nostro Paese da lungo tempo e ha natura strutturale: negli ultimi vent’anni, infatti, la probabilità per un giovane sotto i 30 anni di essere disoccupato è risultata essere stabilmente 3,5 volte superiore alla popolazione adulta (la media europea si attesta a 2).
La componente strutturale rappresenta circa il 40% del tasso di disoccupazione giovanile complessivo (oggi al 28% tra gli under 30) e affonda le sue radici nel disallineamento tra capitale umano formato dal sistema educativo e necessità attuali e prospettiche del sistema economico del Paese.alcune delle cause sono all’origine della difficile transizione dei giovani dalla scuola al mondo del lavoro:
Sbilanciamento quantitativo tra domanda delle imprese e scelte dei giovani. Nonostante il gran numero di giovani disoccupati, in varie aree del Paese molte posizioni restano vacanti a causa dei pochi candidati disponibili.
Carenza di competenze adeguate ai bisogni del sistema economico. Solo il 42% delle imprese italiane ritiene che i giovani che entrano per la prima volta nel mondo del lavoro abbiano una preparazione adeguata. Nel 47% dei casi (rispetto a una media europea del 33% e al 18% del Regno Unito), le aziende del nostro Paese ritengono che tali carenze abbiano un impatto negativo sulla loro attività.”
per chi fosse interessato allego i link
Link sintesi ricerca ricerca mckinsey “Studio ergo Lavoro”Link ricerca completa PDF ricerca “Studio ergo lavoro” completa
Tra le cause della disoccupazione, soprattutto giovanile, ci sono anche un sistema previdenziale iniquo ed una sfiducia pregiudiziale verso i giovani. C e gente che non ha versato un contributo in vita sua e si ritrova extra-pensioni e c e gente che vi e andata troppo presto. Cio sfascia i conti INPS (che dovrebbe fare piu welfare ai disoccupati senza reddito che previdenza). Bisogna rendere piu giusto il sistema delle pensioni per mettere a riposo chi 40 anni e passa di contributi li ha versati davvero e fare spazio ai giovani. Come si e visto, una legge che metta mano alle pensioni, che chiuda i rubinetti dello spreco, faccia giustizia sociale e migliori i conti, non puo essere contestata da nessuno con referendum. E, allora, coraggio, la si faccia. Si parla, inoltre, a vanvera di giovani incapaci e neet. Ma vi sembra che tanti 50-nni che hanno un posto al sole, soprattutto nella P.A., ma anche nel privato, siano migliori professionalmente e culturalmente? Allora, bisogna abbandonare questo pregiudizio e lo Stato farebbe bene a fare un investimento su nuovi dirigenti e funzionari nella P.A. Credo che, nel medio e lungo periodo, i soldi apparentemente spesi in eccesso nel breve, riserverebbero dei vantaggi notevoli.
Sono parzialmente molto d’accordo con te, anche se gli interventi che proponi sono su un piano “politico” sul quale è praticamente impossibile intervenire come singoli. Di fatto L’Italia è elettoralmente ostaggio dei “vecchi” che godono dei frutti in buona parte iniqui delle politiche dei decenni passati ed è oggettivamente difficile che ci possano essere cambiamenti con reale impatto positivo da parte delle politica… la politica del posto fisso e della compressione verso il basso degli stipendi è stata deleteria per “il mercato del lavoro” e questo è evidente. si potrebbe discutere per ore ma non ha senso, ha senso orientare le energie verso ciò che si può fare come singoli, azienda e comunità. Dalla mia esperienza di manager di azienda, consulente per PMI e di volontario nell’orientamento professionale:
0) il contenuto del post risale al 2014… da allora il mercato è diventato molto piacere dinamico, soprattutto negli ultimi 2-3 anni. Di fatto posso dire provocatoriamente che la disoccupazione giovanile è quasi una “scelta” individuale, o una quasi totale assenza di motivazione e competenze, visto il boom di richieste (vedi perché sotto)
1) non è così vero che non si da fiducia ai giovani, è una generalizzazione vera ma per fortuna con tantissime eccezioni: ci sono PMI famigliari che danno grande spazio ai giovani, oltre alle “solite” multinazionali; l’applicazione della meritocrazia è una scelta che per altro paga parecchio anche nel breve termine
2) la realtà drammatica che viviamo è che le aziende ormai non trovani nemmeno il personale base non qualificato… togliendo le situazioni di stipendi indecorosi, “provocatoriamente” posso affermare che “la disoccupazione potrebbe non esistere”
3) la realtà che vivo ogni giorno è che il mercato del lavoro dei giovani validi è in grandissima effervescenza… il problema delle aziende è riuscire a trovare i giovani e tenerseli stretti prima che decidano di cambiare lavoro… e la realtà che vivo è che quando c’è un giovane valido la PMI cerca di farlo crescere e addirittura arriva ad offrire quote societarie… anche a gente che era magari partita come semplice operaio…